di Enzo Corsetti
Similmente ad altri mezzi di comunicazione come la stampa e il web, i generi televisivi sono categorie di classificazione che esprimono il tipo di contenuti e la funzione di ciascun programma. La loro denominazione esprime sia lo scopo degli emittenti, cioè gli autori, produttori ed editori nel percorso dall’ideazione fino alla realizzazione e diffusione, sia le istanze e il tipo di fruizione che i destinatari, cioè i telespettatori e in generale la collettività, demandano e riservano al rispettivo programma. Così ad esempio un notiziario rientra nel genere dell’Informazione, in quanto realizzato dagli emittenti (rete, testata, redazione) con l’intento primario di informare i destinatari (i telespettatori del canale, e più in generale della TV) e con l’implicito assunto che questi ultimi lo guarderanno per soddisfare quel tipo d’istanza culturale. Non sempre vi è coincidenza tra gli scopi dell’emittente e la fruizione da parte del destinatario, o ancor più spesso possono ravvisarsi ambiguità tra scopi e istanze dichiarati da entrambi, ad esempio quando un programma spacciato per Informazione si caratterizza per contenuti più riconducibili a una funzione d’intrattenimento, cosa che rende non sempre univoche le classificazioni e identificazioni dei generi televisivi.
Anche se le classificazioni dei programmi televisivi non sono univoche, è importante conoscere la logica dei generi – al di là della semplice “competenza” in materia, che il telespettatore solitamente sviluppa con la semplice esperienza di fruizione, senza bisogno di supporti educativi – per risalire allo scopo dei messaggi, dei linguaggi, e dei personaggi che popolano la comunicazione televisiva, al di là dell’apparenza o di quanto esplicitamente dichiarato dagli emittenti. L’identificazione corretta degli scopi e dei generi può essere altrettanto problematica, ossia non univoca, ma per una fruizione consapevole in un’ottica di educazione ai media è essenziale che il pubblico si ponga almeno il problema di capire cosa sta guardando, d’intuire come e perché un determinato programma sia stato realizzato, per quale tipologia di pubblico sia stato ideato o adeguato, al di là della messa in scena che sta alla base di ogni emissione televisiva in quanto prodotto strutturato di comunicazione.
Capire il genere, ossia gli scopi e i contenuti di un programma che stiamo guardando, è importante anche per evitare un’impropria generalizzazione che ricorre nell’odierna fruizione della TV, e cioè la tendenza ad identificare il genere con un personaggio: ciò si verifica tipicamente quando il programma si caratterizza per un protagonista di particolare fama, legata alla sua carriera televisiva pregressa, come Fiorello e Michele Santoro, da cui è facile intuire che il pubblico si aspetta, ancor prima di accostarsi ad ogni loro nuova trasmissione, rispettivamente uno spettacolo d’intrattenimento brillante e un’informazione-inchiesta a sfondo politico. Ciò favorisce la ricezione acritica, di eventuali messaggi dannosi o comunque scorretti se proposti in forme secondarie o subdole, perché l’attenzione sul personaggio tende a distrarre il telespettatore dal resto del contenuto sul piano sia visivo che verbale; invece, ad esempio di fronte alla presenza di personaggi politici nei programmi d’intrattenimento, essendo questi ultimi una sede non adibita né appropriata a dibattere argomenti impegnati, dovremmo sempre interrogarci sulla correttezza dell’emittente e dell’editore in questione.
I generi televisivi si distinguono tradizionalmente all’interno di una tripartizione ispirata al modello britannico, ossia della BBC che è il network televisivo di proprietà pubblica nel Regno Unito: “Informare, divertire, educare”, erano le istanze culturali di base che s’identificavano nella collettività, e che dunque potevano venire soddisfatte rispettivamente da informazione, intrattenimento, e cultura. L’evoluzione dei tempi e dell’offerta ha però modificato i criteri della ripartizione, talvolta in maniera anche basilare benché sempre non univoca; ad esempio la fiction, cioè i prodotti di ricostruzione narrativa, oggigiorno viene solitamente distinta dall’intrattenimento, che la include ormai soltanto negli ambiti di promozione commerciale (come i pacchetti dell’offerta pay-TV o le schede descrittive di un monitor per computer domestico). Attualmente possiamo individuare 4 macro-generi, e cioè Fiction, Informazione, Intrattenimento, e Infotainment, anche se poi all’interno di ciascuno si distinguono alcuni sotto-generi e/o filoni, in base ai contenuti proposti, ai linguaggi, al tipo di confezionamento che caratterizza i prodotti.